lunedì 4 aprile 2016

FASCINATION di Gian Luca Castoldi

 


Grazie ad alcuni porno girati tra il 1975 e il 1978 (12 film da Douces penetrations a Disco Sex) Rollin potè tornare a dirigere film fantastici e dopo Les Raisins de la mort firma nel 1979 Fascination nel quale riutilizza anche alcune attrici (Brigitte Lahaie e Myriam Watteau) che avevano lavorato con lui negli hard.
Un grammofono accompagna la danza di due giovani donne lungo un pontile disteso su un piccolo lago artificiale. Due donne, apparentemente appartenenti all’alta borghesia, sono accompagnate da un medico in un mattatoio per bere un bicchiere di sangue (nellaprile del 1905 la migliore cura per lanemia). Mark (Jean-Marie Lemaire), un piccolo ladro che ha cercato di truffare i suoi complici si nasconde all’interno di un castello apparentemente abbandonato. Mentre è assediato dai membri della banda, incontra tra le mura Elizabeth (Franca Mai) ed Eva (Brigitte Lahaie), due strane e meravigliose ragazze legate tra loro da un ambiguo rapporto, che vigilano il castello in attesa che torni la Marchesa (Myriam Watteau), la loro padrona. Dopo breve tempo, Mark cede alle lusinghe delle ragazze e fa l’amore con Elizabeth mentre Eva, armata di una lunga falce, uccide tutti i suoi inseguitori sulle sponde del laghetto che circonda il castello. Elizabeth si innamora di Mark il quale però ride dei suoi sentimenti e la tratta come una sciocca sentimentale. Quella stessa notte giunge al castello la Marchesa, assieme alle altre donne appartenenti alla congrega che avvisano Mark che non sopravviverà a quella notte. Forte della sua pistola, l’uomo non prende sul serio le minacce ma si dovrà ben presto ricredere quando Eva sta per ucciderlo, sarà Elizabeth a salvarlo sacrificando l’amica di sempre al suo amore. Nonostante l’amore che prova per l’uomo, Elizabeth però farà olocausto di Mark, ferendolo a morte prima di lasciarlo alle bocche avide di sangue delle altre donne. La frase che chiude la pellicola è quella più altamente simbolica che rappresenta appieno la filosofia alla base del film, sussurrata dalla Marchesa a Elizabeth: Come sei bella con il sangue sulle labbra, mirabile sintesi di un film fantastico ed erotico ad un tempo, che parla di vampiri senza nominare i vampiri, che parla di amore sfiorando il tema evitando l’eccessivo sentimentalismo. La cura nell’abbigliamento, nei decori, nell’ambientazione, se vogliamo anche nella recitazione, che Rollin dedica a questo film sono unici, una location dal fascino cupo e malinconico, il castello che memore di un antico splendore, riflette la mai sopita decadenza attraverso l’ozioso attendere che pervade le sua mura, attesa della resa dei conti con i malviventi, attesa che sbocci un amore impossibile, attesa che torni la Marchesa. La lucida fotografia di Jean-Francois Gatè armonizza il tutto togliendo spessore ai colori ma donando un senso di oblio senza pari.

La parte decisamente migliore della pellicola è quello visuale: la cinepresa accarezza sensualmente i corpi della coppia lesbica sdraiata su un letto di pelliccia, la fine vestaglia color malva delle donne della congrega che fluttua nel vento e la pallida luna piena che si riflette nel lago illuminando il nudo corpo dissanguato che galleggia nelle placide acque.1

La mia idea allinizio era di dare a Brigitte Lahaie un vestito di inizio Novecento e di fare un film praticamente tutto allinterno di un castello. La prima scena della sceneggiatura era quella delle due ragazze che bevevano sangue nel mattatoio. Il resto è una mia idea partendo da quello spunto: tutto il film girato in un castello e al massimo tre personaggi nella maggior parte delle scene. E Brigitte allinterno di un castello vestita con un abito del primo Novecento.2

Il mio coproduttore voleva fare un film piccolo, erotico e economico. Io gli suggerì che potevamo fare un vero film fantastico spendendo gli stessi soldi. Io mi sarei reso responsabile di tutti i costi extra […]. Girammo in due settimane noleggiando i costumi o facendoli fare a Natalie Perrey […]. Brigitte Lahaie non è mai stata così bella indossando quei costumi. Dopo tanti anni quello era il suo primo ruolo importante in un film non pornografico. Grazie allo stupendo lavoro fatto dal truccatore Eric Pierre e alla fiducia in se stessa che riuscì ad avere passò magnificamente il suo primo test da vera attrice […]. Trovo che la scena iniziale delle due ragazze che ballano sul ponte levatoio al suono del vecchio grammofono, una delle più strane che ho mai girato […]. Il film non andò bene a Parigi ma fu apprezzato dalla critica e ricevette unottima accoglienza a diversi festival. […]. Il finale del film si ricollega allinizio: il ponte serve ancora una volta come punto dincontro per le due assassine e le loro complici.3

Il titolo è lambientazione generale è un omaggio ad una rivista francese dallo stesso nome, dedicata a tutte le forme artistiche legate allerotismo pubblicata dal mio amico Jean-Pierre Bouxyou […]. Il film era vagamente tratto dal racconto Une Verre de sang di Jean Lorrain che mi fece sapere che allinizio del Novecento le classi abbienti curava lanemia bevendo sangue. Mi piace molto Fascination. Emolto vicino alla mia visione della vita, romantica eppure selvaggia contemporaneamente. Ha unatmosfera veramente enigmatica e rapace e delle immagini bellissime, tra tutte quella di Brigitte Lahaie che brandisce la falce nella scena iniziale nel mattatoio.4





1 Phil Hardy, The Aurum Film Encyclopedia, Aurum Press, London, 1984, 1993.
2 Intervista a J. Rollin a cura di Andy Black in Necronomicon, the Journal of Horror and Erotic Cinema, Cit.
3 Jean Rollin, Virgins & Vampires, Cit.
4 Intervista a Peter Blumenstock, Maggio 1995, in Jean Rollin, Virgins & Vampires, Cit.